Come raccontare il Sentiero Roma? Da dove cominciare? Innanzi tutto mi sembra doveroso fare una precisazione: non si tratta di un trekking per tutti, per affrontarlo è necessaria una buona preparazione fisica ed una buona resistenza. Tenete presente che in media si cammina 8 ore al giorno (a meno che non siate degli skyrunner, ma questa è un’altra storia). Ho trascorso tre giorni intensi, passati ad attraversare i monti  della Val Masino, fra tratti attrezzati ed impegnativi sentieri alpini.

Prima di raccontarvi tutto, vi anticipo che normalmente il Sentiero Roma richiedere 5 giorni con partenza dalla Val Codera ed arrivo al Rifugio Ponti nella vallata di Preda Rossa. Trattandosi della mia prima vera escursione di più giorni decido di “accorciare” a tre giorni, in quanto completarlo mi sembra un’impresa piuttosto ardua. Ecco le mie 3 tappe:

– GIORNO 1 : da San Martino in Val di Mello a Rifugio Gianetti

– GIORNO 2: da Rifugio Gianetti a Rifugio Allievi Bonacossa

– GIORNO 3: da Rifugio Allievi Bonacossa a San Martino

Le tappe sopra descritte non sono per così dire “obbligate”, molti escursionisti decidono di passare la prima notte per esempio al Rifugio Omio, nel mio caso questa tappa sarebbe stata troppo corta, ecco la scelta di dirottare al Rifugio Gianetti.

Sentiero Roma, un pò di info generali

Il Sentiero Roma è una delle principali Alte Vie della Valtellina, si snoda per 54 km. tra i 2.500 mt. ed i 3.000 mt. di quota. Fu creato nel 1.928 dal CAI di Milano per permettere agli escursionisti della Val Masino di spostarsi tra i vari rifugi senza necessariamente scendere a valle. Gli skyrunners hanno sicuramente sentito nominare il Sentiero Roma per via del Trofeo Kima, una delle più importanti gare di sky running internazionali che prevede 52 km di percorso e 8.400 m di dislivello.

Ma cosa rende davvero così speciale il Sentiero Roma? La bellezza delle cime rocciose che vi accompagneranno lungo tutto il percorso, tanto mozzafiato da sembrare dipinte con i colori degli acquerelli. Vi assicuro che il Sentiero Roma è dimora di scorci davvero pazzeschi, montagne che danno vita ad un vero e proprio scenario maestoso, picchi verticali che si stagliano verso il cielo, cime che quasi sembrano uscite da un film fantasy tanto sono belle e perfette.

I tratti più impegnativi sono quelli attrezzati ovvero di attraversamento dei passi sulle costiere rocciose che dividono le valli: oltre a prestare molta attenzione è necessario avere imbrago, cordino e moschettoni per affrontarli al meglio.

Periodo consigliato: da giugno a settembre (neve permettendo)

Da Gianetti ad Allievi: uno scorcio del panorama

Il MIO giorno 1: da San Martino a Rifugio Gianetti

E’ adesso il momento di entrare più nello specifico del Sentiero Roma, descrivendo nel dettaglio il percorso: ed ecco la prima tappa, da San Martino in Val di Mello a Rifugio Gianetti. Con i miei soci di escursione mi accordo per un’orario “comodo” quindi ci si mette in marcia verso le 10.00 del mattino. Tenete conto che lasciando l’auto a San Martino salirete a piedi fino ai Bagni di Masino, raggiungibili in 45 min. circa. Giunti qui, attraverserete la Foresta Regionale Bagni di Masino, un incanto… Ve ne renderete conto con i vostri occhi, sarete circondati da faggi dai tronchi slanciati e grossi massi ricoperti da muschio verde. Ed eccovi magicamente catapultati in un film fantasy, proprio qui, all’inizio del cammino.

Il sentiero per il Rifugio Omio è ben segnalato, volendo dai Bagni di Masino è possibile salire anche al Rifugio Gianetti. Per raggiungere il rifugio Omio non ci sono particolari difficoltà tecniche, il sentiero è solamente piuttosto ripido, mille metri di dislivello che salgono velocemente. In circa 2 h e 30 min. raggiungiamo il Rifugio e… Vuoi non mangiare un piatto di pizzoccheri? Una pausa pranzo veloce è sicuramente rigenerante, ci aspettano ancora 3/4 ore di cammino, dipende da quanto siamo bravi ad attraversare il passaggio attrezzato del Barbacan.

Il passaggio attrezzato del Barbacan

Dopo la sosta tattica pizzoccheri ecco che arriva il bello, ci aspetta una nuova salita per raggiungere, come già accennato, il passaggio attrezzato del Barbacan. Ed è il momento di sfoderare le armi a nostra disposizione, ovvero imbrago, longe e caschetto, attrezzatura idonea per affrontare in sicurezza il passaggio. Il primo tratto in salita è attrezzato con catene, segue un tratto di sentiero normale fino alla cima dove si gode di una vista fantastica sulle montagne della Val Masino.

Vediamo già la vallata del Rifugio Gianetti, che ci accoglierà per la notte. Dopo gli scatti ed i selfie d’obbligo (mica lo facciamo tutti i week end il Sentiero Roma) è giunto il momento di scendere tra catene e passaggi attrezzati. La discesa si rivela più ardua della salita in quanto più lunga ed anche più verticale, direi che questo tratto ci occupa circa un’oretta. Come vi accennavo all’inizio si tratta del mio primo trekking di più giorni, per giunta attrezzato, è normale che debba andarci cauta e prestare molta attenzione onde evitare spiacevoli inconvenienti.

La prima discesa attrezzata è andata, ed è filato tutto liscio, non male come inizio! Adesso dobbiamo completare il nostro primo giorno attraversando la vallata e raggiungendo il Rifugio Gianetti che sembra vicino… In realtà non così tanto. Ci aspetta ancora un bel pò di cammino, iniziamo a sentire la stanchezza ma siamo rincuorati in quanto sappiamo che la nostra final destination non è poi così irraggiungibile.

Cose da fare al Rifugio Gianetti:

–  Ammirare la miriade di stelle che brillano nel buio della notte

– Scaldarsi al calore della stufa nella sala da pranzo

– Dormire in una camera da 6 (mi riferisco a 6 adulti) adatta a 6 bambini (vi assicuro che se siete con  amici vi divertirete, quante risate!)

– Ammirare il Pizzo Cengalo ed il Pizzo Badile in tutto il loro splendore, gli scorci più belli in Val Masino

Info tecniche

Dislivello complessivo: mt. 1.700 / 1.800 circa (da San Martino a Rifugio Gianetti passando per Rifugio Omio e passo del Barbacan)

Ore di cammino (dato molto soggettivo): circa 8 h pause comprese

Attrezzatura richiesta:

– Zaino dai 30 lt. in su

– Scarponi da montagna

– Kit ferrata (imbrago, longe e caschetto)

– Ramponi o ramponcini (al Passo del Cameraccio ci sono dei nevai da attraversare)

– Abbigliamento tecnico adeguato

Rifugio Omio
Verso il Passo del Barbacan

Giorno 2: da Rifugio Gianetti a Rifugio Allievi

Dopo una bella dormita (ma chi ha dormito?!) è ora di rimettersi in marcia, il mio secondo giorno di cammino mi aspetta e direi che inizia alla grande con il sole che splende nel cielo dipinto di azzurro. Oggi percorrerò il tratto che dal Rifugio Gianetti porta al Rifugio Allievi-Bonacossa dove è previsto l’attraversamento di 3 vallate con passaggi attrezzati: la vedo impegnativa (va beh, lo sapevo).

Il passo del Camerozzo

Lasciato il Rifugio Gianetti si attraversa un breve tratto pianeggiante dopo il quale si inizia a salire. Il sentiero è dapprima sterrato ma si trasforma in breve in sfasciumi, che oltrepassiamo facendo attenzione. Dopo circa 2 ore di cammino arriva il primo passaggio attrezzato della giornata: il Camerozzo. Non appena vedo il tratto iniziale a salire mi impressiono un pò… Ma chi se lo sarebbe mai aspettato così verticale? L’attacco è attrezzato con staffe e successivamente catene, presenta una discreta esposizione. Ma ce la posso fare, anzi ce la devo fare. Ieri l’ho capito subito con il Barbacan, lungo il Sentiero Roma dovrò imparare a convivere con i passaggi attrezzati che io non amo molto, ma ho deciso che questa sarà la volta buona per mettermi alla prova.

Abbandonata la verticalità del primo tratto si prosegue sempre su roccia salendo più dolcemente con l’ausilio delle catene. Questo tratto non è lunghissimo ed in breve tempo raggiungiamo il Passo del Camerozzo. Vi avviso: la discesa sarà molto più ardua della salita, si tratta di uno dei tratti più tecnici del Sentiero Roma. E’ infatti tutto attrezzato con catene e parecchio verticale, quindi se non siete super-super esperti in ferrate meglio armarsi di pazienza per affrontarlo. Ne abbiamo per circa un paio d’ore, dopodiché raggiungiamo la Valle del Ferro dove ci fermiamo per la pausa pranzo.

Il Passo Qualido e il Passo dell’Averta

Una breve pausa ci sta, dopo ore di cammino e passaggi attrezzati vari ce la siamo meritata alla grande.

Ci rimettiamo in marcia per la traversata della Valle del Ferro che risulta non troppo difficoltosa, solo ogni tanto presenta sfasciumi. Alla nostra sinistra le montagne della Val Masino ci accompagnano con la loro maestosità, non possiamo purtroppo ammirarle in tutta la loro grandezza perché le cime sono incappucciate tra le nuvole, ma riusciamo comunque ad immaginarcele, sappiamo che sono bellissime.

La Valle del Ferro si conclude con un breve tratto in salita che porta al passo successivo ovvero il Qualido dove ci fermiamo giusto il tempo di un selfie, diventato d’obbligo ad ogni nuovo piccolo traguardo raggiunto (la nostra avventura deve essere documentata il più possibile). Anche qui la discesa presenta dei brevi tratti attrezzati, fortunatamente non impegnativi come quelli per raggiungere la Valle del Ferro.

Per oggi pare che il peggio sia passato, ma la sfida non è ancora finita, dobbiamo oltrepassare il Passo dell’Averta, l’ultimo che ci permetterà poi di raggiungere il Rifugio Allievi e completare così la nostra tappa giornaliera. Anche la discesa dal Passo dell’Averta presenta dei brevi tratti attrezzati non particolarmente difficoltosi ma… Vuoi la stanchezza accumulata, vuoi la fretta di arrivare al Rifugio e potersi finalmente rilassare… a me parte un po’ di sclero!

E niente, superato il momento di crisi, si procede verso l’agognato Rifugio Allievi che raggiungeremo dopo aver attraversato la Valle di Zocca. E daje che sopraggiunge di nuovo un passaggio attrezzato (non difficoltoso per fortuna) al di là del quale ci aspetta una bella salita che ci porterà finalmente a pochi passi dal Rifugio Allievi.

Info tecniche

Dislivello complessivo: mt. 550 (non fatevi ingannare, è un continuo saliscendi con passaggi attrezzati non semplici)

Ore di cammino (dato molto soggettivo): circa 8 h pause comprese

Il mio consiglio

Giunti in Valle di Zocca guardate le montagne alla vostra sinistra, non sembrano uscite da un film fantasy talmente sono perfette? Quando le ho viste ho pensato “adesso iniziano a parlare”… Vi lascio una foto, date sfogo alla vostra fantasia.

Passaggio attrezzato con catene da Rifugio Gianetti a Rifugio Allievi
Sentiero Roma, foto di gruppo sul Passo del Camerozzo
Le montagne della Val Masino nei pressi del Rifugio Allievi

Giorno 3: da Rifugio Allievi a Val di Mello

Ed eccomi giunta al terzo ed ultimo giorno del “MIO” Sentiero Roma, oggi si fa ritorno in valle a San Martino, lì, dove tutto è iniziato.

Quasi non mi sembra vero, sono già passati due giorni intensi ed anche faticosi ma nonostante tutto sono ancora qui, pronta per ripartire alla conquista della Val Torrone con gli scarponi ai piedi. La sveglia suona presto, ore 6.00, anche questa notte non ho dormito granché, faccio sempre fatica a prendere sonno nei rifugi, chissà perché. Il meteo, a differenza dei due giorni precedenti, oggi non sarà dalla nostra, sono previste piogge nel pomeriggio, quindi meglio approfittare e mettersi in cammino finché c’è ancora un po’ di sole.

Il Passo del Torrone

Il tratto di sentiero che dal Rifugio Allievi-Bonacossa porta al Passo del Torrone è lineare e lo percorriamo senza difficoltà. La discesa attraverso il Passo è attrezzata con catene. Non particolarmente difficoltoso, richiede comunque attenzione perché in alcuni tratti la roccia è un po’ scivolosa. Al termine è necessario procedere ancora in discesa per aggirare un tratto roccioso, fatto ciò si risale in direzione bivacco Manzi.

I picchi della Val Torrone iniziano a fare capolino ma purtroppo non si mostrano completamente perché avvolti tra nebbia e nuvole. La Val Torrone è stupenda dal punto di vista paesaggistico ed è un vero peccato non poterla ammirare in tutta la sua bellezza, la sua conformazione rocciosa ricorda la Patagonia. Pazienza, mi toccherà organizzare un’escursione futura con una bella giornata di sole così da fare degli scatti fantastici!

Ci stiamo avvicinando al Passo del Cameraccio ma prima di raggiungerlo è necessario affrontare una salita abbastanza ripida ed un nevaio. L’ultimo tratto che porta al passaggio attrezzato non è molto agevole, c’è ancora un bel po’ di neve. Siamo indecisi se inforcare i ramponcini o meno, infine scegliamo la seconda opzione, tutto sommato la traccia è ben visibile e riusciamo a seguirla senza grossi problemi.

Il “mio” ultimo tratto attrezzato: il Cameraccio

Il Passo Cameraccio ha la fama di essere uno dei tratti più tecnici del Sentiero Roma: ebbene si, direi che il primato se lo aggiudica pienamente. E’ molto verticale, interamente attrezzato con catene e parecchi punti sono impegnativi da superare. Raccomando di fare attenzione perché le rocce potrebbero essere scivolose. Infatti procedo cauta ricercando punti di appoggio stabili… Un po’ di timore c’è, non posso negarlo. La salita risulta ancor più difficoltosa per l’arrivo della nebbia ed inizia anche a far freddo, meglio non sostare troppo a lungo.

Nonostante le difficoltà raggiungo orgogliosamente il Passo Cameraccio a 2.950 mt., ovvero il punto più alto del Sentiero Roma.

Siamo quasi a 3.000 mt., il selfie mi sembra d’obbligo ma dobbiamo fare tutto velocemente perché l’aria fredda ci invita a scendere per cercare una temperatura più mite. Attraversiamo così la Val Cameraccio, il sentiero con la sua pendenza ci porta sempre più a valle senza difficoltà tecniche.

E’ giunto il momento dei saluti

La stanchezza inizia a farsi sentire dopo quasi 3 giorni di cammino, le gambe cominciano a cedere, le spalle sono doloranti per il peso dello zaino. Siamo a metà della discesa, un po’ rincuorati dal fatto che presto rientreremo ma anche un po’ tristi perché l’avventura straordinaria è prossima alla conclusione.

In più, è arrivato il momento dei saluti, un gruppetto rientrerà a valle, mentre gli altri proseguiranno verso il Rifugio Ponti per completare il Sentiero Roma. Raggiungiamo tutti insieme il bivio che indica Val Di Mello a destra e Rifugio Ponti a sinistra, decidiamo di mangiare qualcosa tutti insieme prima di dividerci. Nel frattempo come previsto il meteo è un po’ peggiorato, le nuvole si sono fatte più minacciose, meglio incamminarsi così da evitare l’acquazzone.

La discesa a valle

Il tratto di sentiero che dalla Val Cameraccio porta in Val di Mello non è molto agevole. Scendendo dopo il bivio si attraversano pascoli scoscesi dove non è presente una vera e propria traccia ma solo bolli sui massi. Dopo circa 45 minuti si inizia ad intravedere il sentiero vero e proprio che risulta anch’esso abbastanza accidentato e presenta del fango dovuto alle piogge dei giorni precedenti. Si prosegue così per un bel po’, poi ci si addentra nel bosco dove la traccia diventa via via più evidente. Si scende ancora, la Val di Mello si fa pian piano più vicina finché si raggiunge il Rifugio Casera Pioda. L’impressione è quella di essere quasi arrivati ma non è propriamente così, manca ancora più di un’ora di cammino.

Da qui in poi il sentiero è ben evidente e scende tra i larici, finalmente dopo questo interminabile tratto si raggiunge la piana della Val di Mello, wow! Ormai manca davvero poco, ma la sorpresa finale incombe… Inizia a piovere! Dal momento che siamo davvero vicini ai rifugi in valle decidiamo furbescamente di fermarci a prendere qualcosa. La fortuna ha deciso di assisterci e nel frattempo smette di piovere, a questo punto riprendiamo la discesa verso San Martino. Questo è davvero l’ultimissimo tratto che ci fa raggiungere il parcheggio.

L’avventura del Sentiero Roma

Che dire… L’avventura straordinaria del Sentiero Roma si è conclusa ed è giunto il momento di tirare le somme.

Come accennato all’inizio dell’articolo, trattandosi del mio primo trekking di più giorni, è stato impegnativo sia dal punto di vista fisico che mentale.

Nonostante ciò mi sento di consigliarlo, è una sfida personale che ho voluto intraprendere per mettermi alla prova e migliorarmi.

I panorami stupendi, le sensazioni, le risate con i miei soci di escursione hanno avuto la meglio sulla fatica e sui momenti critici, questi i ricordi che porterò per sempre con me.

Info tecniche:

Dislivello complessivo: mt. 2.400 circa (di cui 1.900 in discesa dal Passo Cameraccio a San Martino)

Ore di cammino (dato molto soggettivo): circa 13 h pause comprese

Il mio consiglio:

Come anticipato, i picchi della Val Torrone sono uno spettacolo della natura, vi auguro di trovare una giornata limpida così da collezionare degli scatti pazzeschi.

Sentiero Roma, discesa del Passo del Torrone attrezzato con catene
Il Passo Cameraccio
Sentiero Roma, la ripida salita attrezzata del Passo Cameraccio