Ve l’ho mai detto che da un’annetto a questa parte mi sono appassionata ai trekking invernali? Bene, ora che lo sapete venite con me sul Pizzo Zerna winter edition. Come mai questa passione per le escursioni sulla neve? Beh, mi sono resa conto che le montagne, ricoperte dalla morbida coltre bianca, assumono un fascino fiabesco che le rende ancor più belle. Abeti ricoperti di neve, pendii candidi che luccicano sotto il sole, il silenzio, il tonfo dei passi nella neve fresca… L’elenco potrebbe diventare molto più lungo, lascio spazio alla vostra immaginazione e passo alla descrizione della mia ascesa al Pizzo Zerna.

Una premessa mi sembra doverosa, non si tratta di un’escursione per tutti: oltre ad essere piuttosto lunga (circa 7 ore di cammino complessive), l’ultimo tratto di salita è in cresta. Il sentiero è classificato come EE-A-F, Escursionisti Esperti Attrezzati, la F sta per Facile ma appartiene alla scala francese che indica le difficoltà alpinistiche. Da questo cosa si deduce? Che è necessaria la giusta attrezzatura per affrontare questo percorso in invernale.

Il Pizzo Zerna si trova in Val Brembana all’estremità della splendida Val Sambuzza, lungo la dorsale che separa la Valle Brembana dalla Valtellina. Punto di partenza per questa escursione è il paese di Carona, che è recentemente diventato popolare tra gli escursionisti perché origine di svariati itinerari sulle Orobie Bergamasche. Anche oggi la sveglia suona moooooolto presto ma, per questo tipo di escursioni, ormai è un’abitudine, diversamente si rischierebbe di non portare a termine il trekking.

Info tecniche

Dislivello: mt. 1.400

Ore di cammino: circa 7 (dato soggettivo)

Attrezzatura richiesta: ramponi e picozza

Ecco dove parcheggiare l’auto a Carona

La cascata della Val Sambuzza

Raggiunta Carona ci rechiamo in Via Carisole, dove ci hanno già segnalato che ci sono parcheggi, sia a pagamento che non. Siamo fortunati, riusciamo a parcheggiare nelle aree libere all’inizio della via perché non c’è ancora affollamento (ecco a cosa servono le sveglie all’alba!). Dopo una breve sosta al bar ci mettiamo in marcia imboccando proprio la Via Carisole.

Lungo il tratto iniziale la strada è asfaltata per poi diventare in cemento. Dopo circa 2 km. raggiungiamo il borgo di Pagliari, un agglomerato di case in pietra che ricorda tanto il passato. In effetti la storia di Pagliari ha delle radici molto antiche, risalenti alla fine del ‘500 quando il borgo divenne crocevia di contrabbandieri diretti in Valtellina e nei Grigioni in Svizzera. Negli anni  ’30 e ’40 era conosciuto come punto di passaggio per gli allevatori che prendevano parte alla Fiera Zootecnica di Branzi per incrementare i guadagni attraverso la vendita di forme di formaggio.

Oltrepassato l’abitato di Pagliari proseguiamo per circa 800 mt. e vediamo in lontananza una bellissima cascata, quasi interamente ricoperta di ghiaccio. Si tratta della Cascata della Val Sambuzza che ovviamente diventa la nostra attrattiva del momento: è qui che decidiamo di perdere almeno una decina di minuti scattando foto e selfie, un tale spettacolo della natura non passa di certo inosservato e la cascata è davvero imponente. Oggi siamo particolarmente fortunati, abbiamo con noi anche uno You Tuber che documenterà la nostra ascesa al Pizzo Zerna in invernale con un bel video, sicuramente la cascata non poteva mancare.

L'imponente cascata ghiacciata della Val Sambuzza nei pressi dell'abitato di Pagliari, Carona, Orobie Bergamasche

Direzione Val Sambuzza

Dopo questa brevissima sosta procediamo, siamo ancora su strada, non più asfaltata ma in cemento. Dobbiamo fare attenzione perché ci sono dei tratti completamente ghiacciati dove è davvero facile cadere. Per ora si sale dolcemente su tornanti finché raggiungiamo una baita con della segnaletica che indica il Rifugio Longo. Non dobbiamo andare in quella direzione ma prendiamo il sentiero sulla sinistra che ci porta attraverso il bosco, più in alto la visuale si apre e lascia intravedere le montagne circostanti con le cime innevate.

Quest’anno non ci sono state precipitazioni nevose particolarmente abbondanti, anzi… Ha nevicato davvero poco! Infatti il primo tratto (escludendo il ghiaccio su asfalto e cemento) è tutto pulito. Peccato, avrei preferito avere il sentiero completamente innevato, un trekking invernale è un trekking invernale no?!… Nel frattempo abbandoniamo il bosco e ci affacciamo su una vallata raggiungendo un altro punto di intersezione dove sono indicati i tempi di percorrenza dei vari sentieri.

Il Pizzo Zerna non è indicato, abbiamo la nostra traccia che ci guida verso il Passo del Publino. Prendiamo quindi a destra, il sentiero sale ed ecco che ci imbattiamo finalmente nella prima neve. Ci siamo lasciati alle spalle il bosco e la vegetazione per un paesaggio decisamente più alpino, quello delle Orobie bergamasche costellato di cime. Stiamo camminando da circa 1h e 40 minuti, ci stiamo avvicinando alla Val Sambuzza dove troviamo anche l’omonima baita che si presta per una breve sosta. C’è un po’ di vento ma è una bellissima giornata di sole, mi godo il tepore prima di ripartire alla conquista della vetta.

La Val Sambuzza, sullo sfondo la cima del Pizzo Zerna, Carona, Orobie Bergamasche

Ultimo stop prima del Pizzo Zerna, Bivacco Flavio Pedrinelli

Proseguiamo attraversando la vallata, per il momento vista la qualità della neve (non ci sono tratti ghiacciati) e dato il sentiero che non presenta difficoltà tecniche, non è necessario utilizzare i ramponi. Lasciandosi il baitone di Val Sambuzza alle spalle, il sentiero prosegue sulla sinistra e ricomincia a salire. Oltrepassato un colletto ecco apparire le cime orobiche tra cui la vetta del Pizzo Zerna. Il sentiero sale serpeggiando lungo la vallata e, senza troppe difficoltà, ci ritroviamo in men che non si dica al Bivacco Flavio Pedrinelli.

Già che ci sono, do un’occhiata all’interno, non è molto grande ma è carino e ben tenuto. I letti sono a castello ed è possibile dormire in 8/10 persone. Dopo questo rapidissimo break, è giunto il momento di mettere i ramponi, da qui la cima è davvero vicina ed il tratto finale sarà in cresta, la traccia è ben visibile nella neve. Siamo tutti pronti, proseguiamo proprio dietro il bivacco fino a raggiungere il Passo del Publino, dove la vista spazia a 360°. Prima di proseguire mi guardo un po’ intorno, alla mia sinistra ben visibile il Corno Stella, mentre di fronte a me riconosco le vette della Valtellina, il Disgrazia ed il Bernina.

Il panorama è troppo bello e come sempre gli scatti non possono mancare. Riprendo la traccia che prosegue a destra, i miei compagni di avventura sono già ripartiti e mi precedono, ora manca il tratto più impegnativo, siamo in cresta. Devo dire che nonostante l’esposizione e la verticalità non rimango particolarmente impressionata da questa cresta, sarà che pian piano mi sto abituando a queste condizioni e non le trovo più così “spaventose”? Sarà che avrò imparato ad affrontare le creste dopo il Monte Breithorn? Lì, la cresta, si che è tutta un’altra cosa!

Il Passo del Publino, poco sopra il Bivacco Pedrinelli, Carona, Orobie Bergamasche

Pizzo Zerna sei mio!

Manca davvero poco per raggiungere la vetta, la croce è già ben visibile da qui. Purtroppo nel frattempo un membro del nostro gruppo decide di rinunciare e rientrare, un vero peccato perché siamo praticamente al traguardo! Ma la montagna è così, penso sia più che giusto arrivare fin dove ognuno di noi se la sente, non è il caso forzare per raggiungere a tutti i costi l’obiettivo finale. Magari non era il momento giusto, ci si può sempre riprovare… La vetta del Pizzo Zerna sarà sempre lì, pronta ad accoglierti!

Ultimissimo tratto di sentiero, davvero l’ultimo! Incontriamo solo un unico passaggio dove la roccia è un po’ sporgente ed è necessario prestare un po’ di attenzione per oltrepassarla, dopodiché… Conquistato anche il Pizzo Zerna in invernale! Inutile dire che il panorama da quassù è da favola, la vista si apre a 360° sia sulle Orobie bergamasche che sulla Valtellina. Osservo la traccia di sentiero e penso… Ma sono salita proprio da lì e non ho nemmeno avuto un po’ di paura?!… Vado oltre con lo sguardo, riconosco il Passo del Publino poco sotto, la Cima di Val Sambuzza e più in là il Corno Stella e Cima Vallocci. Volgendo lo sguardo a sinistra verso il basso l’occhio si posa sulla Val Sambuzza e sull’omonimo lago interamente ricoperto di neve.

Come già accennato la giornata è limpidissima, unico neo il vento che dopo una quindicina di minuti di permanenza in vetta ci invoglia a scendere. Siamo pur sempre a 2.572 mt. ed è il mese di gennaio, vorrà dire che ci concederemo una pausa un po’ più lunga al Bivacco Pedrinelli. E così facciamo, giunti al bivacco ci aspetta una sosta davvero piacevole (ancora non lo sappiamo) il nostro You Tuber ci offre degli zuccherini imbevuti nell’assenzio che sono davvero ottimi! Bellissima compagnia, luogo fantastico ed anche alcol, ma è giunta l’ora di scendere e rientrare a Carona dopo questa giornata fantastica ed una nuova vetta conquistata da aggiungere all’elenco.

Il panorama sulle Orobie Bergamasche innevate dalla cima del Pizzo Zerna, Carona

Questione di dettagli

Il sentiero del rientro è il medesimo della salita, per raggiungere Carona impieghiamo circa 3 ore. L’escursione ha la durata complessiva di 7 ore circa per 1.400 mt di dislivello, come sempre la tempistica varia molto a seconda della vostra velocità. Consiglio di fare il Pizzo Zerna invernale a chi ha già un buon allenamento ed ha esperienza su percorsi innevati di media difficoltà perché non è certo un’escursione da sottovalutare.

Lungo l’itinerario è sicuramente degna di nota la Val Sambuzza, considerata una delle più affascinanti valli delle Orobie Bergamasche Occidentali. Percorsa dall’omonimo torrente e ricca di fauna alpina, è circondata da elevate cime dai ripidi versanti. Insomma, una valle che di certo non passa inosservata e che sarà in grado di catturare la vostra attenzione.

Qualche curiosità invece sul Bivacco Pedrinelli che era in origine una vecchia casermetta costruita dall’esercito italiano durante la prima guerra mondiale. Fortunatamente la guerra non ha mai raggiunto queste zone ed il bivacco è stato successivamente restaurato dal gruppo “Amici Escursionisti Sforzatica Dalmine” ed adibito a riparo per gli escursionisti.

Vuoi vivere il Pizzo Zerna più da vicino?

Ecco il video