Nuovo trekking, nuovo 3.000 (e oltre): questa volta è il turno del Pizzo Scalino che, con la sua forma piramidale, sarà la mia nuova conquista. Un’escursione attesa da tanto tempo, che richiede buona preparazione fisica e dimestichezza su sentieri di montagna non proprio semplicissimi. Sono già stata più di una volta nella zona di Campo Moro (Chiesa Valmalenco), dove ho avuto modo di sperimentare altre bellissime escursioni, ne è un esempio il Ghiacciaio Fellaria. Lungo il tragitto in auto il mio sguardo è stato catturato da quel monte dalla forma piramidale che salta all’occhio e istintivamente ho pensato: “Ci salirò mai lassù?”. Bene, oggi è il gran giorno, vado alla conquista di quel gigante silenzioso che ho osservato per lungo tempo.
Alcuni definiscono il Pizzo Scalino come “Il Cervino della Valmalenco” proprio per la sua forma: mi piace questo paragone, lo rende ancor più affascinante ed enigmatico. La via scelta per la salita è il Passo degli Ometti, una delle più conosciute e frequentate che sale dal Rifugio Cristina e non prevede la traversata del ghiacciaio. Come sempre la sveglia è all’alba, anche perché abbiamo 2h e 30 di auto per raggiungere Campo Moro. Il meteo sarà dalla nostra, una bella giornata di sole che promette davvero bene.
Contenuti dell’articolo:
Prima tappa al Rifugio Cristina
Dal Rifugio Cristina al Passo degli Ometti, alle prese con gli sfasciumi
Attraverso l’Alta Val Painale, cima del Pizzo Scalino sempre più vicina
Pizzo Scalino, 3.323 mt. con vista