Voglia di andare oltre i 3.000 mt. di quota? Con questa spettacolare escursione vi porterò con me sul Monte Vioz a 3.645 mt. di quota.  Ancora non vi basta? Se vorrete saziare la vostra voglia di scoperta raggiungeremo Punta Linke attraversando un breve tratto innevato su ghiacciaio. Dove mi trovo? In Trentino, più precisamente nel Parco dello Stelvio, al cospetto del gruppo Ortles-Cevedale.

Che cosa offre questa escursione? Innanzitutto la conquista di una vetta sopra i 3.500 mt. di quota che, con il Rifugio Mantova, vanta il primato di più alto delle Alpi Centrali e Orientali. Se ne avete ancora le forze, il mio consiglio è quello di raggiungere Punta Linke, che, durante la prima guerra mondiale, rappresentò uno dei punti più importanti di difesa dell’impero austro ungarico.

L’escursione al Monte Vioz non presenta particolari difficoltà tecniche, se non qualche tratto un po’ scivoloso a causa della ghiaia. In generale la salita dal versante sud-est è pulita (priva di neve) e superata quota 3.200 mt. il sentiero presenta dei brevi tratti attrezzati ma nulla di complicato. Personalmente, oltre i 3.000 mt., ho iniziato a sentire la quota accusando piccoli giramenti di testa che mi hanno costretto a rallentare il passo, dovendo fare delle piccole soste di tanto in tanto. Questa condizione è molto soggettiva, dipende dal vostro allenamento e dalla reazione del vostro fisico all’altitudine.

Verso il Monte Vioz, da Pejo a Pejo 3.000 e oltre

Dopo avervi descritto il Sentiero dei Fiori, al confine tra Lombardia e Trentino, il mio tour continua con questo nuovo itinerario in quota. Punto di partenza è il paese di Pejo (1.173 mt.), se come me volete raggiungere il Monte Vioz in giornata vi consiglio di utilizzare le funivie come segue:

ANDATA: Telecabina Pejo Fonti – Tarlenta + Funivia Pejo 3.000

RITORNO: Seggiovia Doss dei Cembri + Telecabina Pejo Fonti

Tutte le tariffe qui 

Così facendo percorrerete un giro ad anello salendo dal lago della Mite (sentiero 138 fino al lago) e scendendo verso il Doss dei Cembri (sentiero 105). Lasciata la funivia alle spalle scendiamo verso la Valle della Mite (eh si, la salita al monte Vioz inizia in discesa!) perdendo così circa 200 mt. di dislivello che permettono di raggiungere il laghetto sopracitato.

Oltrepassato il lago proseguiamo su una traccia alpinistica sicuramente più corta ma più impegnativa rispetto al sentiero 105, da qui in poi le tracce del sentiero iniziano a perdersi causa terreno franoso. Vi consiglio di osservare bene i pali blu ed i segni gialli sulla pietra per non perdere completamente il sentiero, proprio come un gruppetto di ragazzi che abbiamo prontamente riportato sulla retta via.

Il sentiero si inerpica senza sosta su per la montagna, in alcuni punti è necessario puntare bene i bastoncini per non scivolare a causa della presenza di ghiaione, la pendenza è notevole. Proseguiamo così per un bel tratto e man mano la traccia del sentiero ricompare sempre più visibile tra gli sfasciumi circostanti.

La Valle della Mite ai piedi del Monte Vioz e l'omonimo lago, Pejo, Trentino Alto Adige

Info tecniche:

Dislivello da Pejo 3.000 alla cima del Monte Vioz: circa 800 mt. (se volete raggiungere Punta Linke il dislivello praticamente non cambia)

Attrezzatura necessaria: scarponcini da trekking e abbigliamento adeguato, meglio munirsi di ramponcini

Uno sguardo al Dente del Vioz e via verso il Rifugio Mantova

Saliamo ancora fino a raggiungere il punto d’incontro tra i due sentieri, la traccia alpinistica che abbiamo intrapreso ed il sentiero 105 che sale da Doss dei Cembri. Alla nostra destra appare il Dente del Vioz, lo splendido sperone roccioso che vedete in foto. Abbiamo già superato i 3.000 mt. ed il panorama ci mostra il grande lago del Càreser, un bacino artificiale generato da una diga realizzata nel 1931 al fine di sfruttare le acque provenienti dall’omonimo ghiacciaio. E’ una bellissima giornata di sole e la macchia azzurra spicca ancor di più tra le montagne grigie.

Dopo qualche scatto si riprende a salire, non manca molto, ma ciò nonostante sono costretta a rallentare il passo perché inizio ad accusare l’altitudine. I giramenti di testa si fanno sentire ed anche l’affaticamento, devo effettuare piccole soste di tanto in tanto prima di proseguire. Non ho assolutamente intenzione di arrendermi e mollare il colpo, oggi è il Vioz day e voglio raggiungere la cima, a costo di impiegare più tempo ed energie.

Qua e là compare qualche breve tratto attrezzato con staffe metalliche ma nessuna difficoltà eccessiva, il sentiero è ben assistito. Non manca molto, i miei soci di escursione mi precedono, penso siano già arrivati. Ecco che improvvisamente il tetto scuro del Rifugio Mantova fa capolino con la sua croce, ci sono, basta attraversare l’ultima pietraia e il gioco è fatto! Dicevo io, nonostante l’altitudine mi abbia rallentato, primo obiettivo raggiunto!

Lo sperone roccioso del Dente del Vioz, Pejo, Trentino Alto Adige
Panorama salendo verso il Monte Vioz, lago del Càreser in lontananza, Pejo, Trentino Alto Adige

Il Rifugio Vioz Mantova mt. 3.535

Come già accennato il Rifugio Mantova o Rifugio Vioz Mantova è il più alto delle Alpi Centrali ed Orientali. Quello che vedete oggi è il frutto di 5 lunghi anni di lavoro grazie ai quali è stato possibile ottenere una struttura che vanta numerose soluzioni tecnologiche atte a ridurre l’impatto ambientale ed al servizio degli alpinisti.

Vi faccio qualche esempio: energia elettrica ed acqua calda per il riscaldamento sono fornite da un gruppo elettrogeno a gas GPL, l’acqua viene riscaldata tramite l’aria calda prodotta dal funzionamento dello stesso. Il gruppo elettrogeno è anche in grado di fornire energia elettrica per la cucina e altre apparecchiature di servizio, mentre l’energia utilizzata per l’illuminazione interna è ricavata da una serie di pannelli solari posti sul tetto.

Il rifugio ha persino un depuratore biologico in grado di recuperare le acque che saranno poi riutilizzate per i servizi igienici. All’interno è presente una connessione internet in banda larga con impianto satellitare. Insomma, al Rifugio Mantova non manca proprio nulla, qui è tutto super all’avanguardia! Al momento decidiamo di non fermarci perché vogliamo proseguire verso la cima del Monte Vioz e raggiungere Punta Linke, quindi decidiamo di concederci solo qualche scatto, opteremo per uno spuntino veloce al ritorno.

Il Rifugio Città di Mantova sul Monte Vioz, Pejo, Trentino Alto Adige

Monte Vioz, finalmente in cima!

L’escursione continua, in realtà non ci siamo mai fermati, solo pause per riposare e riprendere fiato. Per raggiungere la cima del monte Vioz è necessario oltrepassare il Rifugio Mantova e proseguire per circa 15 minuti, ed ecco che per l’ennesima volta lo sbalzo di quota non tarda a farsi sentire. Eh niente, oggi l’altitudine ha deciso che è la giornata giusta per mettermi alla prova ma non importa, come già fatto in precedenza faccio delle pause di tanto in tanto e noto che lungo il sentiero non sono l’unica a fare i conti con il “mal di montagna”.

Nonostante tutto, in breve raggiungo dapprima la croce (cioè l’anticima) e poi la tanto agognata cima del Monte Vioz, che mi ha fatto faticare così tanto per farsi conquistare. Il panorama mozzafiato si apre sul Ghiacciaio dei Forni e sulle famose “13 cime”. Se avrete la fortuna di intraprendere questa escursione in una giornata di bel tempo (come è capitato a me), vedrete in lontananza l’Adamello e la Presanella. Il Monte Vioz ha la fama di essere sempre avvolto tra le nuvole che impediscono la visuale del paesaggio circostante, questa limpida giornata di sole è un bellissimo regalo, non potrei chiedere di meglio.

Intanto continuo ad ammirare le cime circostanti, a settentrione appaiono le vette del Cevedale e del Gran Zebrù che ho tanto sentito nominare, mentre ad ovest ecco la nostra Punta Linke, la prossima meta che ci permetterà di completare il trekking di oggi. Volgendo lo sguardo oltre Punta Linke il Pizzo Tresero è degno di nota per i suoi seracchi che precipitano nel Ghiacciaio dei Forni. Di fronte a questo spettacolo che la natura ci regala, come non fare 1.000 foto?

La croce in legno sull'anticima del Monte Vioz, Pejo, Trentino Alto Adige

In marcia verso Punta Linke

Bello il panorama, ma è giunta l’ora di rimetterci in marcia verso Punta Linke, dobbiamo attraversare il ghiacciaio per arrivare in cima. Infiliamo i ramponcini e seguiamo la traccia ben evidente nella neve. Dal Monte Vioz si impiegano circa 15-20 minuti per raggiungere Punta Linke, il tratto innevato che andiamo ad attraversare è pianeggiante e non presenta difficoltà tecniche. La cima è invece priva di neve, dobbiamo togliere i ramponcini per proseguire meglio. Arriviamo così alla croce di vetta (un po’ esile devo dire) e volgendo lo sguardo verso il basso, ecco che appare il Ghiacciaio dei Forni, davvero così vicino.

Perchè Punta Linke vale una visita?

Punta Linke si è guadagnata un posto nella storia, con i suoi 3.632 mt. di altitudine fu considerata uno dei centri nevralgici più alti e più importanti del fronte occidentale durante la Prima Guerra Mondiale. I ghiacci in alta quota hanno conservato e nascosto per decenni una grande quantità di reperti bellici che, una volta riaffiorati, hanno consentito la realizzazione di un itinerario museale.

Nell’estate 2009 sono state aperte attività di ricerca, recupero e restauro delle strutture e dei reperti di Punta Linke in collaborazione con il Museo di Pejo. Gli scavi hanno riportato alla luce strumenti da lavoro, rotoli di filo spinato, scudi, elmetti e persino dei copri scarponi in paglia di segale, indossati dai soldati per ripararsi dal freddo.

Il Museo di Punta Linke è stato aperto al pubblico nel 2014 ed è visitabile solamente durante il periodo estivo (da inizio luglio ad inizio settembre) con una guida dedicata e previa prenotazione al Rifugio Mantova. Sarebbe bello poterlo visitare ma purtroppo è chiuso, probabilmente a causa delle restrizioni dovute all’emergenza COVID-19.

La vetta di Punta Linke con la croce, Pejo, Trentino Alto Adige
Cima del Monte Vioz e ghiacciaio di Punta Linke, Pejo, Trentino Alto Adige

Monte Vioz e Punta Linke: grandi panorami, grandi emozioni, grande storia

In effetti il titolo riassume in toto il trekking sul monte Vioz:

i grandi panorami sono quelli delle Alpi con ghiacciai perenni sopra i 3.500 metri di altitudine

le grandi emozioni sono quelle che provo guardando le cime maestose che ogni volta mi lasciano senza parole

la grande storia è quella della Prima Guerra Mondiale, non smetterò mai di chiedermi come i soldati abbiano potuto combattere in condizioni così estreme e proibitive

Il trekking sul Monte Vioz è una bellissima escursione (che ve lo dico a fare?), per affrontarla al meglio è necessario avere già un buon allenamento. Se decidete di partire da Pejo 3.000 il dislivello è di 800 mt. circa, ma non fatevi ingannare perché come ho già spiegato prima, l’altitudine gioca sicuramente un ruolo importante. Per quanto riguarda l’attrezzatura consiglio di portare i ramponcini, per informazioni più dettagliate in tempo reale sulle condizioni del sentiero contattate direttamente il Rifugio Vioz Mantova.

Per la discesa evitate di ripercorrere la traccia alpinistica in quanto si presta maggiormente per la salita, ma optate per il sentiero 105 (un po’ più lungo) ma con pendenze molto più dolci. Raggiungerete direttamente Doss dei Cembri dove vi aspetta la seggiovia che vi riporterà a Tarlenta e da qui potrete riprendere la funivia per Pejo Fonti.

Periodo più adatto per l’escursione: luglio – metà settembre (neve permettendo). Io ci sono stata il week end di Ferragosto

Panorama sul Ghiacciaio dei Forni da Punta Linke, Pejo, Trentino Alto Adige

Dove Pernottare a Pejo

Se decidete di passare un week end tra i monti di Pejo vi consiglio di pernottare all‘Hotel Pejo, un’elegante struttura situata a Pejo Fonti dotata di ogni comfort, che vi coccolerà dopo giornate spese all’insegna del trekking. Mi sono trovata molto bene in questa struttura, camere molto spaziose ben arredate e pulite, cucina top ed il plus lo rappresenta la Spa interna, dove rigenerarsi e passare momenti di puro relax.

Ho avuto il piacere di cenare in struttura e devo dire che il menù è stato davvero delizioso, consiglio di assaggiare le lasagne al radicchio, ottime. Per non parlare poi della colazione, un intero buffet è a disposizione dei clienti più esigenti per un buongiorno dolce o salato, la scelta sarà solo vostra.

Altra chicca, non lasciate Pejo Fonti senza aver prima assaggiato una delle torte della Pasticceria della Nonna: terminato il trekking sul Monte Vioz ho avuto modo di deliziarmi con una Foresta Nera, inutile dire che era ottima! Il personale saprà consigliarvi anche nella scelta delle tisane da abbinare al vostro dolce.

La deliziosa torta Foresta Nera