Grignone e Grignetta sono da considerarsi le piccole dolomiti della Valsassina e del lecchese per la loro natura rocciosa. Quando le guardo mi sento orgogliosa di averle qui vicino, grandi alpinisti del passato sono stati qui, e qualche anno fa anche Reinhold Messner. Le escursioni mi sembrano d’obbligo a questo punto, oggi decidiamo di intraprendere un percorso non proprio semplicissimo che ci porterà al Rifugio Brioschi, ovvero in vetta al nostro Grignone. Come punto di partenza scegliamo la località Cainallo dove è possibile parcheggiare l’auto con pagamento di un contrassegno giornaliero di € 5,00. La “scalata” verso il Rifugio Brioschi non ci è nuova, numerosi sentieri percorribili portano in vetta, scegliamo il percorso ad anello soprannominato delle tre b: Bietti, Brioschi e Bogani, i nomi dei rifugi che incroceremo lungo il percorso.
La “Porta di Prada”
Inizia la salita verso il Rifugio Bietti, questo primo tratto lo definirei il più semplice, il sentiero non presenta particolari difficoltà tecniche. Come per la Grignetta, anche qui troviamo boschi nella parte iniziale che lasciano successivamente spazio agli scoscesi pendii erbosi. In mezzoretta circa percorriamo i primi due strappi di salita che ci permettono di raggiungere un tratto di sentiero pianeggiante. Qui ci imbattiamo nella prima bellezza del nostro trekking, scorgiamo in lontananza una formazione rocciosa davvero particolare: si tratta della Porta di Prada, ovvero un enorme masso frastagliato semi circolare con un foro al centro, come fosse un gigantesco portone. E’ questa la via di accesso per arrivare al Rifugio Bietti? Non proprio, nel senso che non dobbiamo attraversarla, il sentiero prosegue accanto ad essa. Certo, la sua struttura è notevole e non può passare inosservata, quindi tutti intenti a fotografare questa meraviglia della natura.

Prima tappa: rifugio Bietti
Proseguiamo, la Porta di Prada si trova davvero nelle vicinanze del Rifugio Bietti, circa 20 minuti di cammino e siamo lì. Una piccola sosta anche qui per rifocillarci e siamo pronti per ripartire. Da questo punto in poi si inizia davvero a fare sul serio… Il sentiero sale vertiginosamente, lungo il primo tratto dietro il rifugio troviamo ancora un pò di vegetazione bassa, poi tutto diventa ghiaioso e sassoso. Non voglio trascurare però nel frattempo il panorama, che inizia a diventare per così dire “importante”: il lago di Como, o meglio, il ramo di Lecco inizia a fare capolino laggiù in fondo, sembra così lontano… Anche le montagne che costeggiano il lago sono ben visibili e ci accompagnano durante la salita. Iniziamo a vedere chiaramente anche la cima della Grigna, tutta fatta da rocce aspre che sembrano così vicine, proprio sopra le nostre teste, come se potessimo toccarle con un dito.


Verso il Rifugio Brioschi , una corsa ad ostacoli…
La salita verso il Rifugio Brioschi non è proprio semplicissima… Il sentiero è davvero ripido, chi soffre di vertigini potrebbe avere qualche problemino se decide di intraprendere questo percorso. L’ultimo tratto è senza dubbio il più impegnativo, è necessario fare attenzione al percorso. Ecco il primo ostacolo: l’attraversamento di un canalone con catene, fortunatamente nulla di eccessivamente estremo, quindi ce la caviamo egregiamente. Superato il canalone ci troviamo alle prese con un piccolo nevaio, dobbiamo superare anche questo per proseguire… Il passaggio è un pò difficoltoso, abbiamo poco spazio e dobbiamo fare attenzione a non scivolare, in gni caso non ci arrendiamo e ci aiutiamo a vicenda, lasciandoci alle spalle anche questo. Nell’ultimissimo tratto si ripresentano nuovamente le catene ma ormai siamo proiettati verso la cima e non ci ferma nessuno, dobbiamo solo fare attenzione. Ci siamo, ormai abbiamo raggiunto il pianoro da dove potremo ammirare il panorama che ahimè, si nasconde tra le nuvole.