Ecco a voi la mia prima via ferrata, il Sentiero dei Fiori, una nuova esperienza, una bella sfida, una scoperta. E pensare che mi sono sempre detta: “Io le ferrate mai nella vita”… Ed eccomi qui, a testimoniare che “mai dire mai”. Direi che dopo il mio trekking di più giorni sul Sentiero Roma, dove ho dovuto fare i conti per la prima volta con lunghi tratti attrezzati, è arrivato il momento di lanciarmi verso nuove avventure.

Tenete presente che il Sentiero dei Fiori non è una vera e propria ferrata ma un sentiero attrezzato, quindi più semplice (meglio un approccio easy con la materia). Se come me siete alle prime armi con ferrate e sentieri attrezzati vi consiglio di optare per un percorso come questo che tra l’altro regala panorami fantastici sul massiccio dell’Adamello.

Il Sentiero dei Fiori è esattamente l’alta via che gli alpini tracciarono durante la Prima Guerra Mondiale per collegare le postazioni installate in cresta. Prima di raggiungere l’attacco del sentiero attrezzato vedrete con i vostri occhi, abbandonati qua e là, rimasugli di fili spinati arrugginiti: furono infatti utilizzati durante la Grande Guerra per rendere difficoltoso l’accesso al Passo da parte austriaca.

Attrezzatura necessaria per affrontare l’escursione:

Kit ferrata: caschetto, imbrago, longe

Abbigliamento e scarponi da trekking

La storia del Sentiero dei Fiori

Quando si parte alla scoperta di un luogo è interessante conoscerne la storia, le radici, il suo passato; quella del Sentiero dei Fiori risale alla Prima Guerra Mondiale.

Torniamo al 1915, precisamente al 24 maggio di quell’anno, quando l’Italia entrò in guerra con l’Austria. A cavallo del Tonale le opere di fortificazione erano già iniziate da parecchi anni, soprattutto per mano degli austriaci. Nell’agosto 1915 gli italiani riuscirono a conquistare quasi tutta la cresta dal Castellaccio a Cima Payer e la fortificarono nei mesi successivi. Il tracciato è divenuto oggi il Sentiero dei fiori, utilizzato all’epoca dagli alpini per mantenere i collegamenti durante il conflitto.

Lungo tutto il percorso sono ben visibili i resti delle fortificazioni che permisero ai soldati di rimanere oltre i 3.000 mt. di quota anche durante l’inverno.  Data l’importanza del luogo, il Parco dell’Adamello ha ottenuto dalla Regione Lombardia un finanziamento per la sistemazione e la valorizzazione del sentiero e dei manufatti militari presenti lungo il percorso. Le opere, concluse nel 2005, sono state eseguite dalle Guide Alpine di Valle Camonica. Lungo il percorso troverete numerosi cartelli esplicativi che descrivono le battaglie che si svolsero nelle varie postazioni.

Ma vi rendete conto di quanta storia passa sotto i nostri piedi?

Cartelli informativi indicanti i percorsi lungo il Sentiero dei Fiori

Da Passo del Tonale a Passo del Castellaccio

Dopo un bel tuffo nella storia, è ora il momento di entrare più nel dettaglio e descrivere tutto il tracciato. Punto di partenza per l’escursione è il Passo del Tonale, ci troviamo tra Lombardia e Trentino, tra le province di Brescia e Trento. Parcheggiata l’auto presso gli impianti di risalita per il Passo Paradiso acquistiamo i biglietti per la funivia. La giornata promette bene, le previsioni meteo sono buone ed il sole ci accompagnerà tutta la giornata.

Dopo una bella salita in funivia, scendiamo al Passo Paradiso (mt. 2.585) e aggirato il piccolo lago che si trova sotto il rifugio omonimo, seguiamo il sentiero indicato CAI 44 che ci porterà al Passo del Castellaccio. Dall’arrivo della funivia è necessario salire circa un’oretta per raggiungere l’attacco del sentiero attrezzato. Questo tratto non è particolarmente difficoltoso ma abbastanza ripido e presenta brevi tratti un po’ scivolosi a causa della ghiaia.

Raggiungiamo così il Passo del Castellaccio che regala un panorama stupendo sull’ampio ghiacciaio del Pisgrana e su parte di cresta dove si snoda il Sentiero dei Fiori. Qui le foto sono d’obbligo e prima di ripartire diamo anche un’occhiata al cartellone esplicativo con le informazioni storiche.

Il laghetto alpino dalle acque cristalline del Passo Paradiso, Tonale, Adamello

Il primo tratto del Sentiero dei Fiori

Eccoci alle prese con la “vestizione”, il kit ferrata (imbrago, longe e caschetto) ci permetterà di affrontare nel modo più idoneo il sentiero attrezzato. Dopo aver capito come infilare l’imbrago ed aver regolato il caschetto, anch’io sono pronta per la partire e… taaaaaccc! Ecco il primo ostacolo da superare, un passaggio con staffe a sbalzo nel vuoto! I miei soci di escursione mi spiegano che solitamente i passaggi più complessi lungo le ferrate vengono posti nel punto iniziale per scoraggiare gli eventuali “poco esperti” in modo da evitare spiacevoli inconvenienti lungo il percorso. Della serie: “se non sei in grado di superare questo ostacolo forse meglio rinunciare, non credi?”.

Io sono accompagnata da persone più esperte che mi aiutano nel compimento dell’impresa, così, in men che non si dica, ecco superato il tutto (ovviamente evitando di guardare verso il basso). Da qui in poi inizia una lunga cengia attrezzata con cavo e catena dove l’utilizzo dei moschettoni è fondamentale, un continuo agganciare e sganciare. E’ chiaro, devo ancora abituarmi a maneggiarli, sono “gli arnesi del mestiere”.

La seconda parte della cengia è caratterizzata da passerelle in legno che conducono ad un punto panoramico dove è possibile sostare. Da qui ci sono due possibilità per proseguire: la prima, per i più esperti, è quella di salire su una parete verticale attrezzata con staffe metalliche, mentre la seconda è quella di passare attraverso una grotta costruita durante la prima guerra mondiale. E’ qui che ci dividiamo, un gruppetto decide di salire dal tratto esposto per poi raggiungere il “nido d’aquila” (ex postazione di vedetta) mentre altri passano attraverso la grotta per evitare appunto il tratto esposto.

Ovviamente vado per la seconda opzione, meglio rimanere con i piedi per terra per ora! E’ divertente attraversare la grotta, sembra un po’ di trovarsi in un film di “Indiana Jones”: prima il buio, poi la luce, mi lascio la grotta alle spalle e… Sorpresa delle sorprese, alzo lo sguardo e sopra di me vedo un lungo ponte tibetano che permette di oltrepassare il Gendarme di Casamadre (nella seconda foto) e di collegarlo alla cengia successiva.

Cosa dite, farò il ponte tibetano?

Il primo tratto del Sentiero dei Fiori in ambiente roccioso di alta montagna. Ben visibili le passerelle in legno, Tonale, Adamello
Il pinnacolo di roccia chiamato Gendarme di Casamadre lungo il Sentiero dei fiori, Tonale, Adamello

Dal ponte tibetano al bivacco Amici della montagna

Niente ponte tibetano, sarà per la prossima ferrata, ho ancora bisogno di acquistare sicurezza per affrontare al meglio queste situazioni. Se avessi fatto il ponte tibetano avrei inoltre dovuto ripercorrere la galleria in senso inverso perché l’attacco si trova dalla parte opposta. Insieme ai miei compagni di avventura attendo l’arrivo dell’altro gruppetto che ha deciso invece di proseguire per il “nido dell’aquila”.

Quando il gruppo si ricompatta, proseguiamo lungo una cengia che ci porta a scendere di alcuni metri. Da qui in poi le difficoltà tecniche si riducono drasticamente ed anche i tratti attrezzati. Raggiungiamo un punto panoramico dove ha inizio un lungo sentiero non attrezzato che ci porta verso uno spigolo da superare grazie alla presenza di staffe metalliche.

Ci troviamo nel tratto di cresta che sovrasta la conca Presena, saliamo alcune roccette attrezzate ed alcuni massi instabili, dopodiché, grazie ad un comodo sentiero, raggiungiamo in poco tempo la Capanna Lagoscuro o bivacco Amici della Montagna che sfortunatamente è chiuso causa restrizioni dovute all’emergenza sanitaria COVID 19. Un vero peccato, avrei voluto vedere l’interno perché il bivacco è stato ricavato da una baracca militare utilizzata durante la prima guerra mondiale.

Siamo sotto la cima del Corno Lagoscuro (mt. 3.165), raggiungibile in brevissimo tempo, ma rimaniamo qui a goderci il meritato riposo prima di iniziare la discesa.

La Capanna Lagoscuro o Bivacco Amici della Montagna lungo il Sentiero dei Fiori, Tonale, Adamello
Lago Scuro dal colore azzurro acceso visto dal Passo Lago Scuro, Tonale, Adamello

Giù, verso la Capanna Presena

Inizia la discesa verso il Passo Lagoscuro e poco dopo la segnaletica indica direzione Capanna Presena sulla sinistra. Il primo tratto in discesa presenta grossi massi e successivamente una gradinata artificiale costruita proprio con le rocce. Abbiamo lasciato il Passo  Lagoscuro da una quarantina di minuti circa e raggiunte delle fortificazioni possiamo dire di aver terminato il tratto più battuto del Sentiero dei Fiori.

Ci sono diverse opzioni per la discesa a valle, noi scegliamo forse la più semplice ovvero raggiungere la Capanna Presena dove è possibile prendere il secondo troncone della funivia tornando verso il Passo Paradiso per poi scendere a valle. Sarebbe anche stato possibile raggiungere il Lago Scuro e risalire poi per il Passo di Maroccaro allungando notevolmente il giro e rischiando di perdere la funivia.

Dal Bivacco Amici della Montagna scendendo per il Passo Lagoscuro si impiega circa un’ora per raggiungere la funivia Capanna Presena. Dal rifugio, se avete ancora tempo e forze, potete salire in brevissimo tempo alla Cima Presena che offre una vista a 360° su tutta la vallata ed anche sui monti del Trentino. Molti percorrono questo itinerario con la neve salendo dal Passo Paradiso, se optate per l’invernale munitevi di ramponi e piccozza perché l’ultimo tratto è in cresta.

Decidiamo di concludere il nostro percorso alla Capanna Presena, anche oggi grande escursione che mi ha permesso di fare un salto nella storia e di ammirare panorami favolosi tra ghiacciai e picchi rocciosi.

Vista dalla Capanna Presena e numeri giganti in metallo colorato indicanti quota 3.000

Come raggiungere il passo del Tonale

Il Passo del Tonale si trova tra le provincie di Bolzano e Brescia

IN AUTO:

Da Bolzano: 2 h e 30 min.

Da Brescia: 2 h e 30 min.

Dalla Valtellina: con la SS 39 1 h 45 min. da Sondrio

Tempo di percorrenza: 

Da Passo Paradiso a Capanna Presena: circa 5 h soste escluse (senza deviazioni verso Lago Scuro e Passo Payer)

Com’è andata la mia prima ferrata? Considerazioni da neofita

E’ giunto il momento di tirare le somme… Com’è stata la mia esperienza in ferrata sul Sentiero dei Fiori? Non posso che dare un giudizio positivo, se siete alle prime armi con le ferrate ve la consiglio. Tolto il primo ostacolo dove le staffe sono a sbalzo nel vuoto direi che il resto è fattibile, come anticipato il tratto in salita per raggiungere il “nido dell’aquila” è aggirabile, così come il ponte tibetano.

Anche la vista sui ghiacciai del Presena e Pisgrana è magnifica, quando vi fermerete per riprendere fiato il panorama circostante vi stupirà, le alte guglie rocciose vi sembreranno così vicine da poterle toccare! Controllate bene il meteo (come sempre in montagna) prima di avventurarvi, ricordate che siete pur sempre a 3.000 mt. di quota.

Ovviamente per affrontare questo sentiero attrezzato è necessario un buon allenamento, è un percorso che dura dalle 5 alle 6 ore, dipende da quanto siete veloci. Direi che per un neofita, è una buona opportunità per “prendere le misure” con questo tipo di percorsi.

Un passaggio attrezzato con staffe metalliche nella roccia lungo la parte finale del Sentiero dei Fiori, Tonale, Adamello